COSA NE VOGLIAMO FARE DELLE DUNE DI PASSOSCURO?

Tra gli ambienti terrestri, le aree costiere sono state quelle che più hanno risentito della completa mancanza di adeguate politiche di sviluppo anche perché si è arrivati tardi a comprenderne l’importanza in relazione alla difesa del territorio.

 In particolare, in ambito costiero, la duna costituisce uno degli ecosistemi più fragili e sottoposto a continui stress a seguito dello smantellamento fisico dell’ambiente ed in particolare della continuità delle strutture dei cordoni dunali. Tale pratica, perpetrata per decenni per far posto a centri balneari, strade, ferrovie litoranee e porti (unitamente all’erosione marina derivante dal prelievo indiscriminato di materiali nei fiumi) ha determinato un aumento della vulnerabilità costiera con relativa riduzione delle protezioni naturali. Tutto ciò si riflette su flora e fauna presenti in questi ambienti rendendo le singole specie e le fitocenosi di appartenenza molto vulnerabili.

Nell’ambito della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano e precisamente nel tratto di spiaggia compreso fra l’abitato di Passoscuro e la foce di Fosso Cupino è ancora presente un tratto di duna abbastanza integro scampato alla cementificazione. La fascia dunale è ricca di specie vegetali psammofile, tipiche di questo ambiente e fra le tante specie ornitiche che frequentano questo pezzo di litorale, il Fratino, Charadrius alexandrinus, rappresenta la specie più interessante che vi nidifica.

A sud l’area è caratterizzata dalla presenza di numerosi manufatti abusivi e parzialmente demoliti a seguito di un’ordinanza comunale. I detriti sono ancora in bella mostra sulla sabbia a fare compagnia a tutte le specie esotiche, il Carpobrotus su tutte, che anni di abusivismo ne hanno facilitato l’attecchimento. Oltre a bonificare l’area dai detriti, sarà necessario anche eseguire l’eradicamento di queste specie. Questo tratto di costa meriterebbe un’attenzione e un destino migliori.

Loris Pietrelli