Il disturbo antropico sugli arenili è una forma d’impatto provocato soprattutto da attività ludiche e solitamente poco considerato perché poco evidente. Il disturbo, diretto e indiretto, nei confronti degli uccelli che utilizzano le fasce dunali lungo spiagge e arenili è una forma molto grave di impatto soprattutto in periodo riproduttivo. A risentirne sono soprattutto quelle specie che in quegli ambienti nidificano in modo selettivo al suolo, come il Corriere piccolo (Charadrius dubius) e il Fratino (Charadrius alexandrinus). Tali forme di disturbo sono solo in parte proporzionali al numero di persone presenti poiché basta una sola persona a passeggio con un paio di cani lasciati liberi per distruggere un’intera colonia di laro-limicoli. Analogamente alcune pratiche ludico-sportive stagionali come la pesca, il motocross o il kite-surfing possono provocare grave disturbo alle specie nidificanti. I danni possono essere diretti e definitivi (distruzione dei nidi e/o allontanamento degli animali), ma anche assai più subdoli, determinando, per esempio, l’involo degli adulti in cova e l’abbandono temporaneo ma ripetuto o prolungato dei nidi, delle uova e dei pulli appena nati. Ciò comporta un forte stress negli adulti e un’esposizione di uova e piccoli all’azione, sovente letale, di predatori come Corvidi e gabbiani. Nel 2019 a Passoscuro nel tratto di spiaggia che va dalla foce del Rio Palidoro alla fondazione Ronald ben tre coppie di fratino hanno nidificato con successo grazie anche alla protezione dei nidi ottenuta tramite apposite gabbie che hanno tenuto alla larga predatori e disturbatori. Quest’anno due coppie hanno tentato, invano, di nidificare ma il risultato è stato disastroso poiché le uova, appena deposte, sono state distrutte da cani lasciati liberi. In un caso addirittura la femmina non è nemmeno riuscita a deporre l’ultimo uovo (solitamente ne depone tre) ed anche la deposizione sostitutiva, che segue alla perdita delle uova, ha avuto lo stesso desolante destino.
Giacché il fratino nel Lazio è ai limiti dell’estinzione (quest’anno su tutto il litorale laziale si sono involati solo sei individui!) sarebbe opportuno avviare in questo tratto di spiaggia un’attività di controllo e tutela della specie in periodo riproduttivo.
È bene ricordare che il fratino rappresenta una specie “ombrello” poiché la sua tutela comporta anche (e soprattutto) la salvaguardia della duna, un ecosistema molto delicato e fondamentale per ridurre i fenomeni di erosione cui sono soggetti i litorali laziali.
Loris Pietrelli