LA COSTA

Tra gli ambienti terresti, le aree costiere sono quelle che hanno maggiormente risentito della completa mancanza di adeguate politiche di sviluppo anche perché si è arrivati tardi a comprenderne l’importanza in relazione alla difesa del territorio. Le aree che nel tempo hanno mantenuto qualche aspetto di naturalità corrispondono sostanzialmente alle foci dei corsi d’acqua sia naturali sia artificiali. Pertanto, lungo i litorali del Contratto di Fiumi, Costa e Paesaggio ARRONE si trovano ancora residui di vegetazione della duna mobile. Questa vegetazione svolge un fondamentale ruolo protettivo contro l’erosione nei confronti dell’ambiente retrostante e delle spiagge. L’ambiente della duna mobile è di notevole interesse scientifico per il particolare adattamento manifestato dalle specie che vi s’insediano: le psammofile, ovunque in forte rarefazione sui nostri litorali. In alcuni brevi tratti (alla foce del Rio Tre Denari, del Fosso Palidoro o del Fiume Arrone), sfuggiti all’abusivismo edilizio, è possibile osservare ancora accenni di duna consolidata caratterizzata dalla presenza del ginepro, Juniperus macrocarpa, ed a seguire il lentisco, Pistacia lentiscus, fillirea, Phillyrea latifolia, etc.. Non sempre è possibile rinvenire insieme le quattro fasce che caratterizzano l’ambiente della duna mobile poiché nel complesso la duna è in condizioni di forte erosione con piccoli ciuffi di vegetazione all’apice di pinnacoli di sabbia. Comunque, considerando l’elevata dinamicità della vegetazione dunale, con limitati interventi di restauro ambientale e qualche anno di protezione integrata soprattutto per ridurre il calpestio, le aree di interesse potrebbero tornare in condizioni di buona naturalità.